lunedì 14 gennaio 2008

L'IRA

Gentili signori e gentili signore,
è al via il primo numero della rubrica settimanale "I SETTE PECCATI CAPITALI". La rubrica non desidera essere una ricerca storico/culturale/psicologica ma piuttosto un'analisi introspettiva del nostro modo di vivere questi peccati.

Primo peccato della serie oggetto d'analisi è l'IRA.
Considerando il mite carattere di tutti i partecipanti al blog ho scelto, tra gli infiniti aforismi, quello che segue:

Attenzione alla furia di un uomo paziente.
John Dryden

potremmo considerare l'ira di un uomo pari ad un recipiente, ogni uomo ne ha uno di capienza differente e "sbotta" quando è colmo. Credo che la maggior parte di noi, possiede recipienti molto capienti (escluso Amedeo). Il mio personale credo sia rosstto alla base, quindi riempi riempi ma perde da sotto e non sbotto mai. Ho osservato che nella maggior parte delle volte si l'ira si manifesta in luoghi e situazioni lontane da chi ha provocato il riempirsi del nostro paziente recipiente, risultando così ingiustificato ed eccissivo. Premesso che è fisiologicamente corretto far esplodere l'ira, a volte sarebbe bene motivarne le cause alla persona con cui si sfoga... ma quanto è realistico tutto cio?!!?
Quanto è realistico che l'ira del napoletano venga motivata: ve lo immaginate?!?! "scusi signor guardio, ma incendio monnezza e faccio posti di blocco perchè non ce la faccio più a vivere in questa merda da anni!" non sarebbe la stessa cosa e non otterrebbe lo stesso risultato se non espressa in modo folle ed irrazionale. Serve per comunicare lo stato di oppressione latente che ti affligge e deve essere comunicato in questo modo per ottenere quanto meno il riconoscimento di uno profondo stato di malessere. Non risolve la questione ma esprime urgenza.

Personalmente ammiro molto chi prova ed esprime Ira. sembra sia un sentimento in via di diminuzione... la gente sembra si adatta e non lotta. io in primis!
ieri ero a vedere Milan- Napoli (evito i commenti) fine partita cancelli chiusi al settore ospite. per puro caso ero a 3 metri dai cancelli. a stadio vuoto la gente spinge e si accalca e si respira poco e male. strattoni a destra e sinistra ma i cancelli sempre chiusi. Pazzesco, lo stadio è vuoto gia da cinque minuti... al che alcuni ragazzi si tolgono la cintura e iniziano a frustare quelli della sicurezza (che animali!) che nel caos generale sono costretti ad aprire i cancelli per farci uscire... in fondo in fondo pero sono grato agli animali per avere espresso quello che in me era latente!

Quindi non so cosa sia più corretto... esprimere o reprimere.

5 commenti:

Anonimo ha detto...

MMM...
Noto con piacere che questo post (ma tutti gli ultimi in generale) hanno riscosso un gran successo!!
non mi dite che siete impegnati a lavorare?!!? sarebbe un'ottima spiegazione per questi giorni ininterroti di pioggia a Milano!

FraFico

HaMeD ha detto...

ma vafancul'

V_Saggiomo ha detto...

L'amma vatter' a stu bbastard.....

Personalmente sono iracondo in pochissime e rarissime situazioni dove la sfiga e lo stress ti cadono addosso senza preavviso.
Per il resto mi limito a bestemmiare e imprecare, soprattutto in laboratorio. L'unica differenza è che in italia venivo cazziato amaramente, qui non mi capiscono e al loro "what?" replico con un secco "no comment".

HaMeD ha detto...

anch'io sono molto paziente...come il Budda...certo dipende da chi mi trovo davanti...se so stranieri del nord peggio ancora!!!

Bastardi, fottuti, smelly, inglesi di sto cazzo!!

Anonimo ha detto...

Mi risparmio l'ira per tempi peggiori...non si sa mai!!
(anche se quei tempi li..mi sa mi sa..che sono già arrivati)......